Celebrata la donna e la libertà

 “Donna, famiglia, società: solo la violenza è cieca”

Incontro U.I.C.I. presso l’Archivio di Stato

 

Ci sono messaggi che scavano nell’anima perché  frutto d’esperienza, gocce di sacrificio, di perseveranza, a volte di dolore. Hanno lasciato il segno le “perle di vita” raccontate  con passione e commozione da Barbara Citton  (Esperta di Tematiche Femminili) ed Annamaria Palummo (Consigliere Nazionale U.I.C.I.), godute e fatte proprie da un folto ed interessato pubblico, che ha partecipato all’incontro promosso dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Vibo Valentia dal titolo “Donna, famiglia, società: solo la violenza è cieca”. L’iniziativa, svoltasi l’8 marzo presso l’Archivio di Stato cittadino, ha inteso far riflettere sul ruolo della donna nel tempo (“Donna: ieri, oggi, domani) e sul cammino di emancipazione delle donne con disabilità visiva (“Emanciparsi nel buio”). Dopo la visione di un documentario autoprodotto sulla storia della “Giornata Internazionale della Donna” ed i saluti della Direttrice dell’Archivio Marilena Di Renzo e  del Presidente dell’Unione Rocco Deluca, si è dato spazio alle emozionate ragazze che, a breve, verranno avviate nell’ambito del progetto di servizio civile U.I.C.I. “Condividere”. Le stesse, presentandosi, hanno testimoniato il desiderio di essere parte attiva e propositiva in un processo di crescita sociale e culturale che, bandendo ogni forma di diseguaglianza ed abbattendo ogni barriera – nel segno della non violenza, culmini nel rispetto della libertà di ogni individuo, nella pienezza delle pari opportunità, nella profonda comprensione della diversità quale inestimabile ricchezza. Queste, sostanzialmente, le linee guida su cui di sono articolate le due relazioni, caratterizzate da un vissuto diverso ma, in entrambi i casi, particolarmente intenso. Barbara Citton ha raccontato delle sue lotte di donna di sinistra in seno all’U.D.I. (Unione Donne d’Italia) per dare voce al “Sono mia” e  contribuire nell’ottenimento di conquiste normative quali le leggi sul divorzio, sull’aborto, sull’abrogazione del delitto d’onore. Ma le battaglie si sono concentrate anche su scala squisitamente locale, portando a risultati come l’istituzione del consultorio ed il costante aiuto a tante donne  vittime di soprusi anche all’interno delle loro stesse famiglie, come spesso accade purtroppo ancora adesso. Annamaria Palummo ha disegnato il variopinto quadro della sua esistenza: prima una vita da studentessa, la laurea, l’impegno politico; poi il buio, che ha vinto proprio grazie alla carica intrisa di maturità acquisita negli anni precedenti ed adoperandosi all’interno dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, con ruoli nel tempro sempre più significativi, fino a quello attuale di Consigliere Nazionale, che si accompagna a tante soddisfazioni anche nell’ambito lavorativo, nel quale Annamaria eccelle attraverso la docenza universitaria ed un posto di prestigio in ambito aziendale. Tutto ciò con incessanti lotte e con una caparbietà unica, fattori indispensabili per affrancarsi da retaggi culturali che creano tutt’oggi il doppio svantaggio dell’essere disabile e donna. Ad intervallare i due interventi di fondo il favoloso dialogo teatrale “Mi chiamo Valentina”, interpretato magistralmente da Angela Bentivoglio (che ha anche moderato in modo eccellente il convegno) e Nicky Mercatante. Il dialogo ha percorso in pochi minuti, facendo sorridere e commuovere, le tappe di un “amore di coppia”, prima emozionale ed emozionante, poi offeso dalla violenza e, perciò, malato; infine,  irrorato dalla forza della ribellione liberatrice di Valentina. Ad impreziosire ulteriormente la serata gli interventi di Elisa Naccari e ed Elena Cortese, in rappresentanza di due associazioni: “Le foglie di Dafne” e “Attivamente coinvolte”, che si adoperano con ogni mezzo per l’emancipazione e contro la violenza di genere. A chiudere, uno sguardo alle donne di Calabria, specie a molte mamme costrette dall’emigrazione a fare anche da padri, con la poesia di Paolo Massaria “Fimmana calabrisi”, trascritta in braille e donata a tutti i presenti. In sintesi, un avvincente viaggio nell’altra metà del cielo, per un “respiro di libertà a pieni polmoni”

Tavolo dei relatori, da sinistra a destra: MarilenaDi Renzo (direttrice Archivio di Stato Vibo V.), Annamaria Palummo (Consigliere Nazionale UICI), Angela Bentivoglio (giornalista e moderatrice dell’evento), Rocco Deluca (Presidente UICI Vibo V) e la professoressa Barbara Citton

 Momento del dialogo teatrale “Mi chiamo valentina”, Interpretato da Angela Bentivoglio e NiKy Mercatante

Foto platea