Celebrata la V edizione di "Incontri d'autore"

"La democrazia mafiosa. Mafia e democrazia nell'Italia dei Comuni - 1946/1991"

UN INCONTRO “FUORI DAL COMUNE” A CURA DELL’U.I.C.I.

Presentato il libro di Claudio Cavaliere

Il Centro di Aggregazione Sociale di Vibo Valentia è stato, nei giorni scorsi, teatro ideale di uno splendido pomeriggio di cultura ed analisi sociale,  partecipata e vissuta attraverso le esperienze di persone di ogni età, molte delle quali con disagio sensoriale e, perciò, spesso doppiamente penalizzate da atteggiamenti fortemente discriminatori come quelli mafiosi. Si, perché cos’è la mafia se non discriminazione, favorendo alcuni a danno di altri e speculando sui bisogni? E come può definirsi un amministratore che sfrutta le  ristrettezze, o anche le più semplici esigenze, i sacrosanti diritti, per accrescere patrimonio e potere, spesso approfittando di una sorta di rassegnazione diffusa, di una dominante sottocultura, che determina anche una “sottospecie di democrazia”?  "La democrazia mafiosa. Mafia e democrazia nell'Italia dei Comuni - 1946/1991", è stato il libro che quest’anno l’U.I.C.I. ha voluto approfondire grazie a tale incontro,  trascrivendolo in braille e registrandolo in versione audio, per la fruizione da parte di tutti i non vedenti e gli ipovedenti, così come accaduto per i testi presentati nelle quattro edizioni precedenti di “Incontri d’Autore”.  Il saggio di Claudio Cavaliere,  edito da Pellegrini - con prefazione del Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, è stato un lavoro avviato nel 2015, non certo frutto di un banale “copia incolla di sentenze”, ma attenta analisi di un sociologo, già consulente della Commissione istituita dal Senato sulle intimidazioni agli amministratori comunali.  Claudio Cavaliere ha dimostrato, ancora una volte, di conoscere bene, e dal di dentro, la materia -  essendo anche stato per anni segretario della Lega delle Autonomie calabrese, nonché amministratore del Comune di Lamezia Terme e curatore dell'annuale Rapporto sulle autonomie locali calabresi, che ha rappresentato un punto fermo e lo specchio fedele della realtà civica alle prese con attentati e ingerenze della criminalità organizzata.
Come nelle attese,  i presenti hanno potuto introdursi meglio nei meandri della difficile storia che va dagli albori della democrazia amministrativa, le elezioni del 1946, al 1991 (anno di approvazione della legge sugli scioglimenti dei consigli comunali per mafia) – attraverso  il vissuto degli enti comunali,  mettendo insieme  una serie di tasselli che hanno fatto luce sul rapporto tra enti locali e criminalità organizzata. Si è evidenziato, tra le altre cose, come attraverso un saggio  si sia fatta  emergere quella che viene autorevolmente definita "'ibridazione' tra le istituzioni democratiche e la mafia, ovvero "come sia stato possibile (e lo sia tuttora) che i medesimi soggetti possano agire, contemporaneamente, in un ambito legale ed illegale, criminale e di rappresentanza delle istituzioni". Insomma, (come dal commento al libro di Nicola Gratteri) il volume si può definire “una  storia sulla nascita della nostra democrazia in un periodo di forti contrapposizioni ideologiche, che hanno avuto un loro specifico peso nel fare diventare la mafia classe dirigente in larghe aree del Paese e molti criminali gestori della cosa pubblica, contribuendo, così, a determinare la qualità della vita d'intere comunità”. E, purtroppo, la storia continua…

A fare da egregio moderatore il giornalista Maurizio Bonanno, con al tavolo dei relatori il nuovo Presidente U.I.C.I. Rocco Deluca, il quale – nel ricordare il compianto suo predecessore Giovanni Barberio – ha accennato ai programmi associativi, che verranno meglio definiti nella prossima riunione del Consiglio Direttivo del 28 luglio. A fare gli onori di casa il Presidente del Centro di Aggregazione Sociale Michele La Rocca, che – ribadendo l’importanza della proficua prosecuzione del rapporto di collaborazione con l’U.I.C.I. – ha evidenziato il lavoro già in atto per contribuire al raggiungimento dell’ambizioso traguardo di “Vibo Capitale Italiana della Cultura 2020”. Inoltre, a testimoniare la validità di un cammino di condivisione con le altre associazioni di e per disabili del territorio, la presenza di una rappresentanza dell’Ente Nazionale Sordi, con una loro interprete LIS.

Insomma, un pomeriggio davvero speciale, ricco di spunti di riflessione. Di certo, non la solita “pizza riscaldata sulla criminalità organizzata”, ma una serie di input ed un solido sprone per  vincere, perché “VINCERE SI PUO’!”

Platea e tavolo dei relatori, da sinistra a destra: Maurizio Bonanno (Giornalista), Claudio Cavaliere (Autore) e Rocco De Luca (Presidente UICi)

Foto platea