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29 Marzo 2017 21righe.it

Domani l'ultimo saluto a Giovanni Barberio, il volto sorridente dell'Uici che ha dato voce alla disabilità

Trentotto anni e una vita spezzata troppo presto. Ma ha saputo lasciare il segno in città, Giovanni Barberio. Attraverso i suoi piccoli gesti quotidiani, la sua tenacia, la sua forza, la sua energia positiva. Bastava entrare un attimo nella sede dell'Unione italiana ciechi ed ipovedenti di Vibo che guidava per essere investiti dalla sua gioia di vivere e dalla sua voglia di fare. Questa notte un malore lo ha colto e non c'è stato niente da fare per lui. Lascia la moglie Francesca e un figlio piccolo. Padre da poco tempo, troppo poco.
Ma a tutti loro così come ai tanti suoi amici e conoscenti, alla su a grande famiglia Uici, resterà il ricordo di una persona che ha dato voce e forma alla disabilità, che ha dato forza ai deboli, che per l'Uici ha dato se stesso.
Progetti, idee, iniziative, come un vulcano pensava sempre al dopo, al passo successivo, come se mai niente fosse abbastanza, nella convinzione che si potesse fare sempre di più e meglio. Semplice e umile, pronto a porgere la mano a tutti. Cultura e integrazione, non erano parole per lui, ma fatti e azioni da mettere in campo. L'ipocrisia la lasciava fuori dalla porta e sorrideva sempre. Come quel monumento a Braille, fortemente voluto da Barberio (sopra la foto dell'inaugurazione che per Barberio è stata una festa vissuta insieme ai tanti soci dell'Uici e alla città a cui hanno regalato il monumento). Simbolo di una scelta di vita. Perché aveva deciso di dedicarsi agli altri, lui. E lo faceva con ironia, così come con ironia metteva a suo agio quanti gli si accostavano per la prima volta. Lottava per eliminare le barriere architettoniche, ma è sulla cultura che puntava. Nella consapevolezza che senza barriere mentali è possibile superare le disabilità. E in questa lotta l'informazione e la sensibilizzazione erano lo strumento. Cosi, come la formazione, l'uso della tecnologia, ma anche arte e teatro. Era questo Giovanni, per chi l'ha conosciuto. Una persona semplice e sorridente.
L'ultimo saluto sarà possibile rivolgerglielo domani, giovedì 30 marzo, alle 15.30 nel Duomo di San Leoluca a Vibo Valentia. Il saluto terreno, perché la sua forza resterà nella città che lo aveva adottato e che conserverà il suo ricordo. Un ricordo che lascia impresso anche nel suo addio e per il funerale, infatti, la famiglia non chiede fiori ma offerte per la ricerca per la retinite pigmentosa per gli occhi.