Celebrata anche a Vibo la Giornata Mondiale della Vista 2019

“Inquinamento ambientale e salute visiva”
Riuscitissima l’iniziativa Iapb – U.I.C.I.
E’ ormai un appuntamento fisso anche a Vibo la celebrazione della Giornata Mondiale della Vista, promossa dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (Iapb Italia Onlus) ed organizzata dalla Sezione Territoriale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Seppur l’obiettivo finale sia stato sempre, e lo sia ancora adesso, la riduzione d’incidenza delle patologie visive sulla popolazione e gli screening, in tal senso, rimangano la strategia principe, quest’anno i riflettori sono stati puntati su “Inquinamento ambientale e salute visiva”, tema molto discusso ed anche al centro di dinamiche internazionali ed iniziative di massa. A trattare l’argomento, presso la sala meeting della Casa di Cura “Villa dei Gerani” di Vibo, due esponenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale: l’oculista Gabriele Fera e Pino Gaudioso, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Rischi. Il problema dell'impatto sulla salute causato dall'inquinamento atmosferico è sempre più attuale e spesso sottostimato. Considerata la maggiore attenzione rivolta alle conseguenze oncologiche sulle vie respiratorie e sugli organi vitali, “si guarda poco alla vista” quale senso che, invece, viene prioritariamente danneggiato da polveri sottili, fumo in ambienti chiusi e, passando alla tecnologia imperante, da un uso scorretto del computer. Le polveri sottili, particelle microscopiche presenti nell’aria – di diametro inferiore a 10 millesimi di millimetro, rendono più acido il film lacrimale (la pellicola trasparente e fluida di cui sono rivestite le strutture esterne dell’occhio e la parete interna della palpebra), che costituisce una difesa dalle infezioni batteriche esterne, lubrifica la cornea, “nutre” la sua superficie. Le conseguenze più dannose sono costituite non tanto dal fastidio momentaneo (senso di bruciore, arrossamento), quanto dai possibili esiti a lungo termine. Oltre a facilitare lo sviluppo di allergie, infatti, l’inquinamento atmosferico favorisce l’insorgere della “sindrome dell’occhio secco”, che si manifesta quando non viene più prodotta la giusta quantità di lacrime, con il risultato che si ha bruciore, prurito, sensazione pressoché costante di sabbia o corpi estranei all’interno dell’occhio. È una patologia fastidiosa che si cronicizza e, se non trattata, ha impatto sulla qualità della visione e della vita in genere, aumentando il rischio di infezioni e arrivando anche a causare agli occhi danni permanenti. Evitare, quanto possibile, la frequenza di luoghi (aperti e chiusi) molto inquinati, privilegiare le aree verdi, ventilare l’ambiente domestico durante la notte, scegliere per i propri bimbi passeggini che siano più in alto dei tubi di scappamento delle auto: questi sono solo alcuni accorgimenti da avere. Ma, attenzione! Andare in campagna, a volte, può sottoporci al rischio di contatto con prodotti chimici utilizzati nelle colture, e stare in casa o in ufficio ci pone, sempre più spesso, dinanzi alla possibilità d’assorbimento del fumo passivo o di polveri derivanti da prodotti per l’igiene; per non parlare dell’uso prolungato (senza pause e non protetto da occhiali dotai di filtri) di schermi e cellulari. Situazione apocalittica? Assolutamente no! Fare delle frequenti escursioni in montagna ed utilizzare lacrime artificiali e colliri suggeriti dagli oculisti potrebbero essere alcuni tra i rimedi.
Questo e molto altro hanno detto gli esperti e suggerito, durante tutta la giornata, i giovani del servizio civile U.I.C.I. i quali, formati per l’occasione, hanno distribuito nelle vie principali della città capoluogo appositi opuscoli divulgativi.
Domande? Tantissime, in sala e fuori. Risposte? Molteplici. Quindi? Viva la prevenzione che, anche se a volte non dice nulla di particolarmente innovativo, ricorda a tutti di fare attenzione alle condotte di vita per prevenire e stare meglio.

Tavolo relatori Oculista G. Fera, Pino Dignitoso, il presidente De Luca ed il giornalista Francesco Mobilio

Foto di gruppo tra volontari e passanti sotto il gazebo.