Incontro con Antonio Nicolace, figlio di Natuzza Evolo

STRAORDINARIA SEMPLICITA’

 “La semplicità è una virtù meravigliosa e non comune come dovrebbe essere. È uno di quegli attributi che abbellisce qualsiasi altro. Viene associata sempre all’umiltà e denota nobiltà e maturità. Per questo motivo, anche se risulta paradossale, solo le persone straordinarie contano genuinamente su questa qualità. Alcuni definiscono la semplicità come la celebrazione delle piccole cose. In altre parole, chi è semplice si dimostra capace di gioire delle piccole cose, e ne è anche grato. Non ha aspettative né ambizioni troppo elevate: una montagna troppo alta copre la felicità.”

Queste sono state le parole, lette con grande trasporto da Domenico Costa, con le quali si è aperta una splendida finestra sulla vita della famiglia Nicolace, raccontata da Antonio - figlio di Natuzza Evolo, donna colma proprio di “straordinaria semplicità”. Le avvincenti poesie tematiche e le dolci note del Maestro Nunzio Cambareri e del suo allievo Francesco hanno intervallato i vari momenti dell’incontro, condiviso con l’Associazione “Come Te – Insieme nella Diversità”, presente con gli amici della Casa di Anna. In sostanza, si è trattato di una sorta di conclusione della festa dedicata alla mamma del 10 maggio scorso, vissuta – sempre dalle due associazioni – presso la Villa dei Gerani di Vibo: una conclusione volutamente coincidente con la chiusura del mese dedicato alla Madonna. Antonio, sollecitato dalle curiosità di Nadia Paura e Paolo Massaria - ma anche dei numerosi presenti, ha parlato di colei che l’aveva generato quale madre non solo sua ma di quanti accorrevano a Casa Nicolace, ai quali Mamma Natuzza non negava mai ascolto, conforto, consigli…Il tutto veniva gestito senza far mancare mai nulla ai figli naturali ed al paziente marito, a costo di fare enormi sacrifici per adempiere ai compiti tradizionali di una “normale madre di famiglia”: le faccende domestiche, la preparazione dei pasti e molto altro, con l’attenzione assoluta ai bisogni di tutti  e ponendosi sempre all’ultimo posto. Una particolarità raccontata da Antonio: “Io, monello e causa di preoccupazioni per mamma, cercavo di fare il bravo per tener fede alle rassicurazioni sul mio conto fatte alla mamma da Padre Pio; la aiutavo a trasportare l’acqua dalla fontana e cercavo di essere un bimbo servizievole, scoprendo da più grande delle sue ferite alle mani, sempre da Lei nascoste con cura”. Tali aspetti umani hanno fatto luce su come ha vissuto la sua “semplice” maternità la “straordinaria” Natuzza Evolo, in  una famiglia speciale anch’essa, perché “nessun frutto matura senza il sole e nulla nasce da nulla, poichè nel disegnare una vita Dio, a volte, pone le matite nelle mani di più uomini chiamati a collaborare nel Suo meraviglioso progetto”

FOTO DI GRUPPO CON IL DIRETTIVO UICI, GLI AMICI DELL'ASSOCIAZIONE "COME TE" E ANTONIO NICOLACE